l prestito di 900 milioni ad Alitalia – previsto dal decreto Crescita – è garantito dalle nostre bollette: soldi che ci hanno già prelevato per pagare i produttori di energia rinnovabile.
Quindi il fondo di 900 milioni dovrà essere ricostituito.
Succhiare soldi ai consumatori è una costante dei governi: lo aveva fatto il Renzi per ILVA – per 400 milioni – e il nuovo governo continua nell’opera con Alitalia e con Alcoa, la cui vicenda è emblematica.
La legge 129/2010, conosciuta come decreto “Salva Alcoa”, fece esplodere il settore del fotovoltaico in Italia che, dopo 10 anni, sovvenzioniamo con le bollette per 12 miliardi all’anno.
Il “salva Alcoa” estendeva gli incentivi del secondo conto energia, che erano più generosi di quelli del terzo, che sarebbe entrato in vigore nel 2011.
Il decreto dava la possibilità anche agli impianti allacciati alla rete entro il 30 giugno del 2011 di accedere alle tariffe del secondo conto energia, purché la comunicazione di fine lavori venisse inviata al GSE entro il 31 dicembre 2010.
Il decreto di fatto prorogava, fino al 30 giugno 2011, il periodo di operatività del secondo conto energia, destinato inizialmente ad esaurirsi nel 2010, per effetto dell’entrata in vigore del terzo.
Il decreto prevedeva inoltre misure urgenti per garantire il potenziamento e la sicurezza dell’energia elettrica in Sicilia e Sardegna e fu ribattezzato “salva Alcoa” proprio perché affrontava anche la questione della multinazionale americana che, a quel tempo, minacciava la chiusura dello stabilimento in Sardegna, per i costi troppo elevati dell’energia elettrica. Dopo nove anni scopriamo che, per rendere profittevole il piano industriale di Alcoa, il costo dell’energia per la stessa dovrebbe essere meno della metà di quello di mercato.
In questa situazione Arera non può fare altro che segnalare, a Governo e Parlamento, la drammaticità della situazione che va ad impattare sulle bollette, mettendo in ulteriore difficoltà proprio quelli che consumano meno, e che pagano di più l’energia elettrica.
Con questi continui salvataggi, gli oneri di sistema, che valgono 15 miliardi di euro all’anno, non potranno mai ridursi ma solo inesorabilmente aumentare.