Gentili, lettori ben ritrovati !
Finalmente potremo dire una buona notizia per far fronte agli aumenti già previsti in bolletta per il 2022!
Nella legge di Bilancio approvata qualche giorno fa , sono stati stanziati 3,8 miliardi , ma secondo le ultime indiscrezioni altri 3 miliardi potrebbero arrivare da un decreto apposito con cui sterilizzare una parte degli aumenti azzerando l’Iva sulle bollette o riducendo una parte delle accise. Nel dettaglio, ci saranno 1,8 miliardi destinati all’azzeramento degli oneri di sistema per i consumatori domestici, 600 milioni andranno per limitare l’Iva sul gas al 5% per tutti gli utenti, altri 500 milioni per l’azzeramento degli oneri di sistema che pesano sulle bollette del gas, mentre 900 milioni daranno destinati per l’annullamento dell’aumento per i clienti domestici un Isee che non superi 8.264 mila euro o famiglie numerose o fragili.
A breve verranno pubblicati i prezzi in vigore per il periodo gennaio- marzo 2022 con aumenti stimati tra il 20 e il 25% rispetto ai tre mesi precedenti per l’energia elettrica e tra il 35 e il 40% per il gas naturale. Questi rincari andranno ad aggiungersi a quelli già avvenuti nel terzo e quarto trimestre del 2021, registrando aumenti per il sesto trimestre consecutivo, dato mai registrato nella storia dei mercati energetici.
Il rincaro dell’energia e la transizione ecologica: ecco perché.
Il forte aumento del costo dell’energia nel corso del 2021 è dovuto prevalentemente all’aumento del costo del gas naturale, causato da diversi fattori: la ripresa economica, l’inverno particolarmente freddo nel Nord Europa e la forte domanda di gas da parte della Cina. I rincari possono essere spiegati solo in parte dall’aumento dei prezzi dei permessi di emissione di CO2 nell’ambito dell’Emissions Trading System dell’Unione Europea. Al fine di evitare balzi eccessivi delle bollette dell’energia, molti governi hanno preso provvedimenti o li stanno per prendere. Va però detto che in qualche misura i rincari sono funzionali alla lotta al cambiamento climatico. Ovviamente, gli aumenti devono essere graduali, ma nella sostanza sono necessari per indurre gli operatori a risparmiare energia e ridurre la domanda di energia prodotta da fonti fossili una situazione questa che andava sicuramente affrontata essendo già in forte ritardo.
In Italia, come negli altri paesi, questi rincari si sono traslati sui prezzi dell’energia elettrica e del riscaldamento per i consumatori finali. Circa l’80 per cento degli aumenti dell’energia elettrica è attribuibile al gas naturale, mentre non più del 20 per cento è legato al rincaro dei permessi di emissione. L’aumento del prezzo gas naturale è anche la causa del rincaro del riscaldamento domestico, poiché ne è la componente principale.
Per l’energia elettrica, sul mercato tutelato, la voce della bolletta relativa alle spese di approvvigionamento è cresciuta del 47 per cento tra il secondo e il terzo trimestre del 2021 e la media del 2021 è maggiore del 19 per cento rispetto ai livelli precedenti al Covid-19 (dati Arera).Per il mercato libero, il Prezzo Nazionale Unico (PUN), al quale i fornitori acquistano sul mercato all’ingrosso una parte rilevante dell’elettricità, è salito di circa il 60 per cento tra il secondo e il terzo trimestre e la media del 2021 è maggiore di circa il 60 per cento rispetto ai livelli pre-Covid (dati Gestore mercati energetici).
In generale, i prezzi delle materie prime sono sostenuti dalla maggiore domanda per la ripresa economica. Nello specifico poi, l’aumento del costo del gas naturale è dovuto anche alle minori riserve disponibili: sia per cause tecniche (l’inverno è stato più lungo e ha richiesto più consumi) sia geopolitiche (la Russia, che è il principale esportatore, ha rallentato le forniture verso l’Europa e le ha aumentate verso la Cina).
Va detto che grazie a questa nuova manovra Draghi le bollette del metano a gennaio rincareranno del 35 per cento e quelle dell’elettricità del 15 per cento. Senza interventi della politica, il 1 gennaio le tariffe italiane del metano sarebbero aumentate del 50 per cento e quelle dell’elettricità del 25 per cento. Serve qualcosa in più. La strategia pragmatica e realista dovrebbe orientarsi alla ricerca di una coniugazione tra le prospettive di medio-lungo termine per costruire un’economia ad alta sostenibilità basata sull’efficienza e l’innovazione tecnologica e le necessità di breve periodo per proteggere la crescita.
L’invito pratico resta sempre quello di imparare a consumare meglio anche nella nostra quotidianità casalinga !
Alla prossima buona notizia, Buona Energiaaaaa
Articolo estratto dall’editoriale ‘Osservatorio Cittadino‘
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